Perché leggere la Nuova Traduzione Vivente?

Lo scopo di qualunque traduzione della Bibbia è quello di veicolare ai lettori contemporanei il significato e il contenuto dei testi greci, aramaici ed ebraici nel modo più accurato possibile.

La sfida cui si sono sottoposti i nostri traduttori è stata quella di creare un testo che parlasse ai lettori di oggi con la stessa chiarezza con cui i testi originali parlavano ai lettori e agli uditori dell’antico mondo biblico.

La traduzione che ne è scaturita è facile da leggere e comprendere e nel contempo comunica con accuratezza il significato e il contenuto dei testi biblici originali.

La NTVI è un testo che soddisfa molteplici esigenze, in particolare esigenze di studio, di meditazione e di lettura ad alta voce in occasione d’incontri giovanili, di studi biblici, durante un culto.

Cos’è una traduzione orientata al significato, ovvero a equivalenze dinamiche?

modello di traduzione orientata al significato

La Nuova Traduzione Vivente utilizza la metodologia a “equivalenza dinamica”, ovvero una traduzione orientata al significato, che scava nel testo e nel contesto della lingua originale per portare alla luce il significato del testo di partenza.

I traduttori partono dal testo in lingua originale e lo esaminano in profondità per scoprirne il significato.

Poi ogni traduttore si propone di trovare il modo migliore per esprimere lo stesso concetto con le parole e le frasi più adatte della lingua in cui il testo viene tradotto, allo scopo di creare un testo che parli ai lettori contemporanei con la stessa chiarezza con cui i testi originali parlavano ai lettori e agli uditori dell’antico mondo biblico.

Metodologia traduttologica e contributo degli studiosi

Quale metodo hanno usato i traduttori della NLT?

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Le traduzioni moderne della Bibbia tendono a essere regolate da due metodologie traduttologiche generali. La prima prevede un approccio alla traduzione detto “equivalenza formale”, “letterale” o “parola per parola”. Secondo questa teoria, il traduttore deve cercare di rendere ciascuna parola della lingua originale in italiano e preservare il più possibile la sintassi originale e la struttura della frase. La seconda teoria prevede un approccio alla traduzione detto “equivalenza dinamica”, “equivalenza funzionale” o “pensiero per pensiero”. L’obiettivo di questa teoria traduttologica è di produrre in una lingua moderna l’equivalente naturale più vicino al messaggio espresso dal testo in lingua originale, sia in termini di significato sia di stile.

Entrambe queste teorie traduttologiche hanno i loro punti forza. Una traduzione a equivalenza formale preserva alcuni aspetti del testo originale, fra cui idiomi antichi, coerenza lessicale e sintassi della lingua originale, preziosi per gli studiosi e per uno studio specialistico. Consente inoltre al lettore di rintracciare elementi formali del testo in lingua originale nella traduzione.

Una traduzione a equivalenze dinamiche, invece, si concentra sulla restituzione del messaggio del testo in lingua originale. Si assicura che il significato del testo sia subito evidente al lettore contemporaneo. Così facendo, il messaggio giunge a destinazione con immediatezza e facilità di comprensione, senza affaticare il lettore. Facilita infine uno studio serio del messaggio del testo e facilita sia la lettura meditativa sia quella pubblica.

Un’applicazione pura dell’una o dell’altra filosofia porrebbe le rispettive traduzioni ai due estremi dello spettro traduttologico. In realtà, tutte le traduzioni contengono una mescolanza delle due filosofie. Una traduzione a equivalenza formale pura risulterebbe incomprensibile e una traduzione a equivalenza dinamica pura correrebbe il rischio di allontanarsi dall’originale. Per questa ragione, le traduzioni modellate secondo il principio di equivalenza dinamica tendono a essere piuttosto letterali quando il testo originale è relativamente chiaro, mentre le traduzioni governate dal principio di equivalenza formale sono a volte piuttosto dinamiche là dove il testo originale risulta oscuro.

I traduttori della Nuova Traduzione Vivente hanno avuto come obiettivo ultimo quello di restituire il messaggio dei testi originali della Scrittura in un linguaggio chiaro e attuale. Essi hanno preso in considerazione sia le esigenze di una traduzione a equivalenza formale sia quelle di una traduzione a equivalenza dinamica, bilanciando le due metodologie. Da un lato, hanno tradotto nel modo più semplice e letterale possibile là dove un approccio letterale portava a un testo chiaro e accurato, passando alla traduzione dinamica quando questo metodo risultava in un testo più comprensibile al lettore medio.

Dall’altro, i traduttori hanno reso il messaggio in modo più dinamico là dove una resa letterale era difficile da comprendere, risultava fuorviante o comportava il ricorso a una terminologia desueta o distante dal linguaggio dell’uomo contemporaneo. Hanno quindi reso più chiari termini complessi e metafore per facilitare la comprensione del lettore. I traduttori si sono concentrati sul significato delle parole e delle locuzioni nel contesto originario per poi restituire il messaggio in un linguaggio chiaro e naturale. Il loro obiettivo era quello di fornire un testo fedele ai manoscritti originali e nel contempo scorrevole e di facile comprensione. Il risultato è una traduzione accurata dal punto di vista esegetico ed efficace da quello idiomatico.

Più di 90 studiosi biblici hanno collaborato con un gruppo di eminenti esperti di stile per raggiungere questo obiettivo. In ultima analisi, la NTVI si propone di trasmettere il frutto di accurati studi testuali per mezzo di un linguaggio comprensibile a tutti.

Quali testi antichi hanno usato i traduttori della NTV nel proprio lavoro?

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I traduttori dell’Antico Testamento hanno scelto come testo di partenza il Testo Masoretico della Bibbia ebraica edito nella Biblia Hebraica Stuttgartensia (1977), con il suo esteso apparato di note testuali; si tratta di un aggiornamento della Biblia Hebraica di Rudolf Kittel (Stoccarda, 1937). I traduttori hanno, inoltre, messo a confronto il testo di riferimento principale con i Rotoli del mar Morto, la Septuaginta (Versione dei Settanta) e altri manoscritti greci, il Pentateuco samaritano, la Peshitta siriaca, la Vulgata latina e tutte le altre versioni o i manoscritti che gettano luce sul significato di brani difficili.

I traduttori del Nuovo Testamento si sono serviti delle due edizioni standard del Nuovo Testamento greco: il Greek New Testament, edito da United Bible Societies (UBS, quarta versiona riveduta, 1993), e il Novum Testamentum Graece, edito da Nestle e Aland (per l’edizione in inglese: NA, XVII edizione, per l’italiano: NA, XXVIII edizione, 2012). Queste due edizioni, che hanno lo stesso testo ma differiscono per punteggiatura e note testuali, rappresentano, in linea generale, il risultato più significativo della critica testuale moderna.

Chi sono i traduttori della NTVI?

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Tutti gli studiosi della Bibbia e gli esperti di stile coinvolti in questo lavoro sono cristiani che riconoscono la Bibbia come Parola ispirata da Dio. La maggior parte dei traduttori ricoprono la carica di docenti presso seminari o università, e tutti i traduttori hanno scritto libri e/o articoli accademici in specifico sui libri della Bibbia di cui hanno svolto la traduzione. Rappresentano una ricca varietà di contesti teologici e denominazionali. Vd. l’elenco dei nomi del Comitato di Traduzione della Bibbia.

In cosa si distingue la NTVI dalle altre traduzioni?

Che differenza c’è fra la NTVI e le altre traduzioni moderne?

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La Nuova Traduzione Vivente segue una filosofia traduttologica orientata alla resa del significato. Di conseguenza, ha uno stile diverso dalle altre versioni moderne che seguono la venerabile tradizione della Versione Diodati, ovvero la Nuova Riveduta, la Riveduta, la Nuova Diodati. La Nuova Traduzione Vivente si distingue anche da altre traduzioni come la la CEI 2008 (Conferenza Episcopale Italiana), La Bibbia della Riforma (edizioni SBBF-Claudiana), La Bibbia. Nuovissima versione dai testi originali, (Edizioni San Paolo), la Bibbia Concordata (edizioni Meridiani Mondadori).

La NTVI è una nuova traduzione alla quale hanno lavorato traduttori di diversa origine denominazionale; inoltre si propone di comunicare il significato e il contenuto del testo biblico originale con un linguaggio che i lettori contempranei possano comprendere facilmente.

Perché molti studiosi dicono che la NTVI e la maggior parte delle traduzioni moderne sono più accurate della Bibbia Diodati?

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La NTVI, come la maggior parte delle versioni moderne, è più accurata della versione del Diodati, sotto diversi aspetti. Per prima cosa, la conoscenza dell’ebraico non era molto avanzata quando venne tradotta la Diodati. Il testo ebraico che usarono (cioè il Testo Masoretico) era adeguato, ma la loro comprensione del vocabolario ebraico era insufficiente. In secondo luogo, il testo greco usato per la traduzione del Nuovo Testamento della Diodati è di minore prestigio. I traduttori della Diodati si servirono di un testo greco conosciuto come Textus Receptus (comunemente abbreviato in TR), il quale era stato redatto da Erasmo. Fu la prima traduzione in greco del N.T. a essere stampata. Quando Erasmo redasse questo testo, unì cinque o sei manoscritti greci molto tardivi, risalenti al X secolo, fino al XIII. Questi manoscritti sono considerati di minore autorevolezza rispetto a quelli di epoche precedenti rinvenuti successivamente e sconosciuti a Erasmo.

Dopo la pubblicazione della Diodati (nel 1607) furono scoperti numerosi manoscritti anteriori del Nuovo Testamento, i quali iniziarono a mostrare le carenze del Textus Receptus. Intorno al 1630, il Codex Alexandrinus (datato 400 circa) fu portato in Inghilterra. Nel 1859, uno studioso tedesco di nome Constantin von Tischendorf scoprì il Codex Sinaiticus nel monastero di Santa Caterina vicino al Monte Sinai. Il manoscritto, datato circa 350 d.C., è uno dei due più antichi manoscritti su pergamena del Nuovo Testamento greco. Il più antico manoscritto su pergamena, il Codex Vaticanus, era conservato nella biblioteca del Vaticano almeno dal 1481, ma non fu messo a disposizione degli studiosi fino alla metà del XIX secolo. Il Codex Vaticanus, datato leggermente prima (325 circa) del Codex Sinaiticus, è uno dei più accurati manoscritti del Nuovo Testamento esistenti.

Alla fine del XIX secolo, due studiosi britannici, Brooke Westcott e Fenton Hort, pubblicarono un volume intitolato The New Testament in the Original Greek (1881). In esso dichiararono che il Codex Vaticanus e il Codex Sinaiticus, insieme a pochi altri manoscritti antichi, sono i testi che replicano più fedelmente gli scritti originali. Nel XX secolo sono stati scoperti molti manoscritti su papiro del Nuovo Testamento, del II e III secolo. La maggior parte di essi sono molto simili al Codex Vaticanus e al Codex Sinaiticus.

Uno dei manoscritti su papiro maggiormente degno di nota è il P75, una copia dei Vangeli di Luca e Giovanni datata circa 175–200 d.C. È universalmente riconosciuto come un manoscritto molto accurato ed è estremamente somigliante al Codex Vaticanus. Ciò dimostra che una linea di trasmissione testuale è stata conservata intatta dalla metà del II al IV secolo. Il papiro P75 e diversi altri manoscritti in papiro hanno aiutato gli studiosi del XX secolo a generare un testo greco ancora più vicino a quello originale rispetto a Westcott e Hort. Questa edizione più recente è comunemente conosciuta come il Nuovo Testamento greco di Nestle-Aland.

Il risultato della pubblicazione di testi greci più vicini agli originali nel XIX e XX secolo garantisce che ora abbiamo a disposizione un testo greco di partenza che è molto più accurato del Textus Receptus. Le versioni moderne, come la Nuova Riveduta e la Nuova Traduzione Vivente, basate su manoscritti greci di maggior prestigio sono di conseguenza più accurate della versione del Diodati, la cui traduzione parte dal Textus Receptus.

Che differenza c’è fra la Bibbia del Diodati e la maggior parte delle traduzioni moderne?

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Per quanto riguarda i lettori moderni, una delle differenze testuali più evidenti tra la Bibbia del Diodati e traduzioni moderne come la Nuova Riveduta o la NTVI è che la Diodati (e anche la Nuova Diodati) include diversi passaggi che la maggior parte degli studiosi contemporanei ritiene non appartenere al testo originale. I versetti aggiuntivi della Diodati e della Nuova Diodati sono i seguenti: Matteo 17:21; 18:11; 23:14; 27:35b; Marco 7:16; 9:44, 46; 11:26; 15:28; Luca 9:55b-56a;17:36; 23:17; Giovanni 5:3b-4; Atti 8:37; 15:34; 24:6b-8a; 28:29; Romani 16:24; 1 Giovanni 5:7b-8a. La maggior parte delle versioni moderne, compresa la NTVI, non includono tali versetti nel testo ma forniscono una spiegazione in nota a piè di pagina, in ossequio alla tradizione del Diodati.

Perché alcuni versetti della Diodati mancano nel testo della Nuova Traduzione Vivente e di altre traduzioni moderne?

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stampa rispostaNon è semplice rispondere a questa domanda, poiché per farlo si presuppone una certa conoscenza nell’ambito dei metodi di della traduzione della Bibbia, di ermeneutica, di filologia e di trasmissione delle Sacre Scritture dall’antichità ai giorni nostri. Dato che molti lettori della Bibbia se lo chiedono, nelle pagine seguenti cercheremo di contestualizzare la nostra risposta. Possiamo assicurarti che non abbiamo escluso alcuni versetti dalla Bibbia per negligenza o per mancanza di rispetto per la Parola di Dio. Al contrario, abbiamo volutamente scelto di tradurre la Nuova Traduzione Vivente dai testi ebraici e greci che sono più vicini ai testi originali ispirati delle Scritture.

La Nuova Traduzione Vivente, è una traduzione in lingua moderna degli antichi testi della Bibbia in ebraico e in greco. I manoscritti originali delle Scritture non esistono più, ma migliaia di copie antiche di quei manoscritti oggi sono a disposizione degli studiosi. Nella maggior parte dei casi, la formulazione dei testi è identica fra tutti i manoscritti antichi. Ma poiché tali manoscritti sono stati copiati a mano prima dell’invenzione della stampa, esistono molte piccole differenze tra di loro. Nel corso del tempo, alcune differenze (o varianti) sono state introdotte dagli amanuensi nel processo di copiatura. Alcune erano chiaramente semplici errori; altre erano aggiunte esplicative intenzionali, ovvero delle note a margine del testo biblico che sono poi state per errore incluse nel testo. Questo pone i traduttori davanti a un’ulteriore sfida. Non solo devono tradurre il testo da una lingua antica, ma devono anche selezionare i testi ebraici e greci di base da cui far partire la traduzione. (I problemi testuali che interessano alla maggior parte dei lettori si trovano nel Nuovo Testamento, quindi i seguenti commenti si concentreranno sui testi greci del Nuovo Testamento).

La maggior parte delle traduzioni italiane moderne si distingue dalla Bibbia Diodati e dalla Bibbia Nuova Diodati per alcune questioni testuali piuttosto significative. Diodati, nella sua importante traduzione, utilizzò il testo greco del Nuovo Testamento conosciuto come Textus Receptus (che significa “Testo Ricevuto”), comunemente abbreviato come TR. Esso era stato principalmente redatto da Erasmo da Rotterdam, noto studioso cattolico delle Sacre Scritture, contemporaneo di Martin Lutero. Il Nuovo Testamento greco assemblato insieme da Erasmo fu il primo a essere mandato in stampa, e andò pertanto a creare un nuovo modello di base in multiple copie. Quando Erasmo vi lavorò a partire dal 1520, si servì di cinque o sei manoscritti molto tardivi, risalenti a un periodo compreso tra il X e il XIII secolo d.C. Pertanto quei manoscritti sono considerati di valore inferiore rispetto a centinaia di altri manoscritti molto più antichi che sono stati scoperti dagli archeologi negli ultimi 200 anni.

Alcuni dei più significativi manoscritti del Nuovo Testamento scoperti di recente sono il Codex Sinaiticus, il Codex Vaticanus, i papiri Oxyrhynchus (quasi 50 manoscritti), i papiri Beatty (P45, P46, P47) e i papiri Bodmer (P66, P72, P75). Questi manoscritti, tutti di datazione anteriore al 350 d.C. (e molti datati nel II e III secolo), presentano un testo più vicino agli scritti originali rispetto a quelli più tardivi usati da Erasmo per compilare il Textus Receptus. Una delle differenze principali è che i manoscritti più tardivi contengono aggiunte successive; ciò significa che nel corso del tempo gli amanuensi hanno aggiunto spiegazioni teologiche, informazioni liturgiche o versetti a un Vangelo prendendo in prestito brani paralleli di altri Vangeli. Alcuni di questi cambiamenti furono inizialmente introdotti a margine, ma in seguito furono incorporati nel testo da altri amanuensi. Nessuna di queste aggiunte potrebbe essere considerata eretica nel contenuto, tuttavia esse non fanno parte del Testo Sacro originale.

Negli ultimi 150 anni, studiosi come Tischendorf, Tregelles, Westcott e Hort, Nestle e Aland hanno pubblicato edizioni del Nuovo Testamento greco basate sull’evidenza dei manoscritti precedenti e più autorevoli. In esse, la maggior parte delle aggiunte presenti nel Textus Receptus sono state eliminate. Pertanto, le traduzioni moderne basate su queste ultime edizioni greche si differenziano dalle versioni provenienti dal TR, come la Diodati, la Nuova Diodati, la King James Version e New King James Version specialmente nei Vangeli, dove si trovano la maggior parte delle aggiunte. Da questa prospettiva, il lettore deve rendersi conto che i traduttori moderni non hanno rimosso nulla dalle Scritture. Piuttosto, hanno tradotto un testo greco che è più vicino al Nuovo Testamento greco originale. Se Diodati o i traduttori della Versione di Re Giacomo fossero vivi oggi, avrebbero fatto lo stesso. Essi si servirono del miglior testo greco disponibile all’epoca.

I traduttori della Nuova Traduzione Vivente si sono serviti delle due edizioni riconosciute come standard del Nuovo Testamento greco: il Greek New Testament, edito da United Bible Societies (quarta versiona riveduta, 1993 spesso indicata come l’edizione UBS4), e il Novum Testamentum Graece, edito da Nestle e Aland (per l’edizione in inglese: NA, XVII edizione, per l’italiano: NA, XXVIII edizione, 2012). Queste due edizioni, che hanno lo stesso testo ma differiscono per punteggiatura e note testuali, rappresentano, in linea generale, il risultato più significativo della critica testuale moderna. Gli studiosi hanno scrupolosamente studiato i primi manoscritti per ricostruire un testo greco del Nuovo Testamento che fosse il più vicino possibile all’originale.

Sono questi i due testi standard del Nuovo Testamento greco, o testi correlati, che sono stati utilizzati dai traduttori della maggior parte delle traduzioni moderne.

Facciamo qualche esempio:

 

  1. Matteo 6:13 (vd. nota a 6:12)

Nei manoscritti greci più antichi edi maggior pregio, il Padre Nostro di Matteo non include la tradizionale dossologia di chiusura: «perché tuo è il regno e la potenza e la gloria in eterno. Amen». (ND 2003).

NTVI – «“E non lasciarci cedere davanti alla tentazione, ma liberaci dal maligno”*».

 

*6:13 Alcuni mss. aggiungono: perché tuo è il regno e la potenza e la gloria per sempre. Amen.

 

  1. Matteo 17:21 (vd. nota a 17:20)

«“Ma questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno”». (ND 2003)

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota a Mt 17:20, è piuttosto simile al testo di Marco 9:29, che è un passaggio parallelo.

 

NTVI – Matteo 17:20: «Non avete abbastanza fede», disse loro Gesù. «Vi dico la verità: se voi aveste fede, fosse anche piccola come un granello di senape, potreste dire a questo monte: “Spòstati da qui a là” ed esso lo farebbe. E nulla vi sarebbe impossibile»*.

 

*17:20 Alcuni mss. aggiungono il v. 21: Ma questo genere di demòni non se ne va se non attraverso la preghiera e il digiuno. Cfr. Mr 9:29.

 

Cfr. Marco 9:29: «Gesù rispose: “Questo genere di demòni può essere scacciato soltanto con la preghiera”».

 

  1. Matteo 18:11 (vd. nota a 18:10)

“Poiché il Figlio dell’uomo è venuto per salvare ciò che era perduto.” (ND 2003)

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota a Mt 18:10, è simile nel significato al testo di Luca 19:10 (fr. inoltre Giovanni 3:17).

 

NTVI – Matteo 18:10: «Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli. Vi dico infatti che in cielo i loro angeli stanno sempre alla presenza del Padre mio celeste»*.

 

*18:10 Alcuni mss. aggiungono il v. 11: E il Figlio dell’uomo è venuto per salvare coloro che sono perduti. Cfr. Lu 19:10.

 

Cfr. Luca 19:10: «Il Figlio dell’uomo, infatti, è venuto per cercare e salvare quelli che sono perduti».

Cfr. Giovanni 3:17: «Dio ha mandato suo Figlio nel mondo non per condannare il mondo, ma per salvarlo per mezzo di lui».

 

  1. Matteo 23:14 (vd. nota a 23:13)

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché divorate le case delle vedove e per pretesto fate lunghe preghiere; per questo subirete una condanna più severa». (ND 2003).

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota a Mt 23:13, è simile al testo di Marco 12:40 e Luca 20:47.

 

NTVI – Matteo 23:13: «Che grande afflizione incombe su di voi, maestri della legge religiosa, e su di voi farisei! Ipocriti! Voi, infatti, chiudete la porta del regno dei cieli in faccia alla gente. Voi stessi non entrerete e non permettete nemmeno ad altri di entrare»*.

 

*23:13 Alcuni mss. aggiungono il v. 14: Che grande afflizione incombe su di voi, maestri della legge religiosa, e su di voi farisei. Ipocriti! Voi spudoratamente sottraete con l’inganno le proprietà di vedove inconsapevoli e poi fingete di essere pii facendo lunghe preghiere in pubblico. Per questa ragione, sarete severamente puniti. Cfr. Mr 12:40 e Lu 20:47.

 

Cfr. Marco 12:40: «Tuttavia truffano spudoratamente le vedove per impossessarsi delle loro proprietà, e poi si spacciano per uomini devoti facendo lunghe preghiere in pubblico. Per questo saranno puniti ancor più severamente».

Cfr. Luca 20:47: «Tuttavia truffano spudoratamente le vedove per impossessarsi delle loro proprietà, e poi si spacciano per uomini devoti facendo lunghe preghiere in pubblico. Per questo, saranno puniti ancor più severamente».

 

  1. Marco 7:16 (vd. nota a 7:15)

«Chi ha orecchi da udire, oda!» (ND 2003)

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 15, è identico al testo di diversi altri passi che contengono le parabole di Gesù, tra cui Marco 4:9 e 4:23.

 

NTVI – Marco 17:15: «Non è ciò che entra nel corpo che vi rende impuri; voi vi rendete impuri con quello che esce dal vostro cuore»*.

 

*7:15 Alcuni mss. aggiungono il v. 16: Chi ha orecchi per sentire, ascolti e capisca. Vd. 4:9, 23.

 

Cfr. Marco 4:9: «Poi disse: “Chi ha orecchi per sentire, ascolti e comprenda».

Cfr. Marco 4:23: «Chi ha orecchi per sentire, ascolti e comprenda».

 

  1. Marco 9:44, 46 (vd. note a 9:43b e 9:45)

«…dove il loro verme non muore e il fuoco non si spegne» (ND 2003).

 

Questi versetti non compaiono nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo che è stato aggiunto in alcuni manoscritti e traduzioni a Marco 9:44 e 9:46 è identico al testo di Marco 9:48. Nella NTVI questo è riportato nelle note a piè di pagina dei vv. 43 e 45.

 

NTVI – Marco 9:43b: «Se la tua mano ti fa peccare, tagliala. È meglio per te entrare nella vita eterna con una mano sola che finire nel fuoco inestinguibile dell’inferno con tutt’e due le mani»*.

 

*9:43b Alcuni mss. aggiungono il v. 44: dove i vermi non muoiono mai e il fuoco non si spegne. Vd. 9:48.

 

NTVI – Marco 9:45: «Se il tuo piede ti fa peccare, taglialo. È meglio entrare nella vita eterna con un piede solo che essere gettato nell’inferno con tutt’e due i piedi»*.

 

*9:45 Alcuni mss. aggiungono il v. 46: dove i vermi non muoiono mai e il fuoco non si spegne. Vd. 9:48.

 

Cfr. Mr 9:48: «dove i vermi non muoiono mai e il fuoco mai si spegne».

 

  1. Marco 11:26 (vd. nota al v. 25)

«Ma se voi non perdonate, neanche il Padre vostro, che è nei cieli, perdonerà i vostri falli». (ND 2003)

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 25, è piuttosto simile al passo di Matteo 6:15.

 

NTVI – Marco 11:25: «Quando vi mettete a pregare, se avete rancore contro qualcuno, perdonate, affinché il Padre vostro, che è in cielo, perdoni anche a voi i vostri peccati»*.

 

*11:25 Alcuni mss. aggiungono il v. 26: Se però non perdonate, vostro Padre in cielo non perdonerà i vostri peccati. Cfr. Mt 6:15.

 

Cfr. Matteo 6:15: «Ma se rifiutate di perdonare gli altri, il Padre vostro non perdonerà i vostri peccati».

 

  1. Marco 15:28 (vd. nota al v. 27)

“Così si adempì la Scrittura che dice: ‘Egli è stato annoverato fra i malfattori’”. (ND 2003).

 

Questo versetto non si trova nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 27, è piuttosto simile al testo di Luca 22:37.

 

NTVI – Marco 15:27: «Due sovversivi furono crocifissi con lui, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra»*.

 

*15:27 Alcuni mss. aggiungono il v. 28: Si realizzò così la Scrittura che diceva: “Fu contato fra i ribelli”.

 

Cfr. Luca 22:37: «È arrivato infatti il tempo che si compia la profezia che mi riguarda: “È stato contato fra i malfattori”».

 

  1. Luca 9:55b-56a (vd. nota a 9:55)

«…dicendo: “Voi non sapete di quale spirito siete; poiché il Figlio dell’uomo non è venuto per distruggere le anime degli uomini, ma per salvarle”». (ND 2003).

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 55, è simile al testo di Luca 19:10 (cfr. anche Giovanni 3:17).

 

NTVI – Luca 9:55: «Ma Gesù si voltò verso di loro e li rimproverò»*.

 

*9:55 Alcuni mss. aggiungono una conclusione più estesa al v. 55 e una frase aggiuntiva al v. 56: E disse: “Non vi rendete conto di quale spirito voi siate. 56 Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per mandare in rovina le anime degli uomini, ma per salvarle”.

 

Cfr. Luca 19:10: «Il Figlio dell’uomo, infatti, è venuto per cercare e salvare quelli che sono perduti».

Cfr. Giovanni 3:17: «Dio ha mandato suo Figlio nel mondo non per condannare il mondo, ma per salvarlo per mezzo di lui».

 

  1. Luca 11:2-4

Alcune frasi (evidenziate in grassetto) incluse nelle traduzioni più tradizionali del Padre Nostro del Vangelo di Luca non compaiono nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Molte differenze trovate tra i primi testi e quelli successivi sembrano puntare a una maggiore somiglianza con i versetti paralleli di Matteo 6:9-13

 

Luca 11:2-4

Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite:

‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà sulla terra, come nel cielo.

Dacci di giorno in giorno il nostro pane quotidiano.

E perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore;

e non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno.’” (ND 2003).

 

NTVI – Luca 11:2-4:

«Allora Gesù disse: “Pregate così:

‘Padre, sia il tuo nome riconosciuto santo.

Venga presto il tuo regno.

Dacci ogni giorno il cibo di cui abbiamo bisogno,

e perdonaci i nostri peccati,

come noi perdoniamo a coloro che peccano contro di noi.

E non lasciarci cedere davanti davanti alla tentazione»*.

 

*11:2-4 Alcuni mss. aggiungono delle frasi tratte dal Padre Nostro come compare in Mt 6:9-13.

 

  1. Luca 17:36 (vd. nota al v. 35)

“Due uomini saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato. “(ND 2003).

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 35, è simile al testo di Matteo 24:40, che è un passaggio parallelo.

 

NTVI – Luca 17:35: «Due donne, insieme, macineranno il grano al mulino: l’una sarà presa e l’altra, lasciata»*.

 

*17:35 Alcuni mss. aggiungono il v. 36: Due uomini lavoreranno in un campo; uno sarà preso, l’altro lasciato; vd. Mt 24:40.

 

Cfr. Matteo 24:40: «Due uomini lavoreranno insieme nel campo; uno sarà preso, e l’altro lasciato».

 

  1. Luca 23:17 (vd. nota al v. 16)

«Ora, in occasione della festa di Pasqua, il governatore doveva liberare qualcuno». (ND 2003).

 

Questo versetto non si trova nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 16, è simile al testo di Matteo 27:15 e Marco 15:6 (cfr. anche Giovanni 18:39), che sono passaggi paralleli.

 

Cfr. Matteo 27:15: «Ogni festa di Pasqua il governatore era solito rilasciare un prigioniero scelto dalla folla».

Cfr. Marco 15:6: «Ora, ogni festa di Pasqua il governatore era solito rilasciare un prigioniero scelto dalla folla».

Cfr. Giovanni 18:39: «Ma voi avete questa usanza: ogni anno in occasione della Pasqua chiedete che io vi liberi un prigioniero. Volete che io metta in libertà questo “Re dei Giudei”?»

 

  1. Giovanni 5:3b-4 (vd. nota a 5:3)

«…i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua. Perché un angelo, in certi momenti, scendeva nella piscina e agitava l’acqua; e il primo che vi entrava, dopo che l’acqua era agitata, era guarito da qualsiasi malattia fosse affetto» (ND 2003).

 

Questo brano non si trova nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. In molti manoscritti greci che lo contengono è segnalato come un’aggiunta posteriore al testo.

 

NTVI – Giovanni 5:3: «Un gran numero di malati – ciechi, zoppi e paralitici – giacevano sotto i portici»*.

 

*5:3 Alcuni mss. ampliano il v. 3 e aggiungono l’intero v. 4: attendendo l’agitarsi dell’acqua perché un angelo del Signore a un momento determinato scendeva nella vasca ad agitare l’acqua. E il primo che vi entrava dopo che l’acqua era stata agitata era guarito da qualunque malattia fosse stato colpito.

 

  1. Atti 8:37 (vd. nota a 8:36)

«E Filippo disse: “Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi”. Ed egli rispose, dicendo: “Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio”». (ND 2003).

 

Questo versetto non si trova nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Non esiste un passaggio parallelo per la storia dell’eunuco etiope, ma il suo contenuto è del tutto in linea con il Grande Mandato di Matteo 28:19 e con la conversione del carceriere di Filippi in Atti 16:31-33.

 

NTVI – Atti 8:36: «Mentre viaggiavano, essi giunsero a un luogo dove c’era dell’acqua, e l’eunuco disse: «Guarda! C’è dell’acqua! Cosa m’impedisce di essere battezzato?»*

 

*8:36 Alcuni mss. aggiungono il v. 37: «Puoi», rispose Filippo, «se credi con tutto il cuore». E l’eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».

 

Cfr. Matteo 28:19: «Pertanto, andate e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

Cfr. Atti 16:31-33: «Essi gli risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu insieme con quelli di casa tua». 32 Poi condivisero la parola del Signore con lui e con tutti quelli che vivevano nella sua casa. 33 E anche se era notte fonda, il carceriere si prese cura di loro e lavò le loro ferite. Poi lui e tutta la sua famiglia furono immediatamente battezzati».

 

  1. Atti 15:34 (vd. nota a 15:33)

«Ma parve bene a Sila di restare làۚ». (ND 2003).

 

Questo versetto non si trova nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Per motivare la decisione presa dai redattori del testo greco UBS4, Bruce M. Metzger spiega: “L’aggiunta… fu inserita senza dubbio dai copisti per rendere conto della presenza di Sila ad Antiochia al versetto 40” (A Textual Commentary on the Greek New Testament, United Bible Societies, 1971, p. 439).

 

NTVI – Atti 15:33: «Essi si fermarono là per un po’ di tempo; poi i credenti li rimandarono alla chiesa di Gerusalemme con una benedizione di pace»*.

 

*15:33 Alcuni mss. aggiungono il v. 34: Ma Sila decise di rimanere là.

 

  1. Atti 24:6b-8a (vd. nota a 24:6)

“e lo volevamo giudicare secondo la nostra legge. Ma, sopraggiungendo il tribuno Lisia, lo ha tolto a forza dalle nostre mani, 8 ordinando ai suoi accusatori di venire da te.” (ND 2003).

 

Questi versetti non compaiono nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Di fronte a una differenza tra i manoscritti, gli studiosi cercano di determinare quale sia il più vicino all’originale. Per esempio, se il testo di partenza era più lungo, si chiedono perché un copista avrebbe dovuto cancellare delle parole dal testo. Al contrario, se l’originale era più breve, perché aggiungervene? Secondo Metzger: “Il termine ekratesamen [l’ultima parola greca prima del materiale aggiunto], che conclude il testo in modo improvviso, potrebbe aver indotto i copisti a volerlo completare. Inoltre sarebbe stato difficile spiegare l’omissione delle parole contestate se esse fossero state originariamente presenti nel testo” (ibid., p. 490).

 

NTVI – Atti 24:6: «Oltretutto, quando lo abbiamo arrestato stava tentando di profanare il tempio»*.

 

*24:6 Alcuni mss. estendono la parte finale del v. 6, riportano per intero il v. 7 e aggiungono una frase al v. 8: L’avremmo giudicato secondo la nostra legge; ma Lisia, il comandante del battaglione, è venuto e lo ha portato via da noi con violenza, ordinando che i suoi accusatori comparissero davanti a te.

 

  1. Atti 28:29 (vd. nota a 28:28)

“E quando ebbe dette queste cose, i Giudei se ne andarono avendo tra di loro un’accesa discussione.” (ND 2003).

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Secondo Metzger: “L’aggiunta si deve probabilmente alla brusca transizione dal versetto 28 al 30” (ibid., p. 502).

 

NTVI – Atti 28:28: « Ora io voglio che voi sappiate che questa salvezza di Dio è stata offerta anche ai non Ebrei ed essi l’accoglieranno»*.

 

*28:28 Alcuni mss. aggiungono il v. 29: E quando ebbe detto queste parole, i Giudei si allontanarono in forte disaccordo gli uni con gli altri».

 

  1. Romani 16:24 (vd. nota a 16:23)

«La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen». (ND 2003).

 

Questo versetto non compare nei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. Tuttavia potrebbe essere stato aggiunto dai copisti che ritenevano che nella Lettera ai Romani mancasse una benedizione simile a quelle che chiudono le altre lettere di Paolo:1 Co 16:23; 2 Co 13:14; Ga 6:18; Ef 6:24; Fl 4:23; Cl 4:18; 1 Te 5:28; 2 Te 3:18; 2 Ti 4:22; Tt 3:15; Fi 1:25.

 

Si noti, ad. es., che il testo, così come riportato nella NTVI in nota al v. 23, è quasi identico alla formula che si trova alla fine della Lettera ai Galati e di 1 e 2 Tessalonicesi.

 

NTVI – Romani 16:23: «Vi saluta Gaio che mi ospita e nella cui casa in casa sua si riunisce tutta la chiesa. Erasto, il tesoriere della città, e il fratello Quarto vi salutano»*.

 

*16:23 Alcuni mss. aggiungono il v. 24: Possa la grazia del nostro Signore Gesù Cristo essere con tutti voi. Amen. Altri ancora aggiungono la frase dopo il v. 27.

 

Cfr. Galati 6:18: «Cari fratelli e care sorelle, possa la grazia del nostro Signore Gesù Cristo essere con il vostro spirito. Amen!».

Cfr. 1 Tessalonicesi 5:28: «Possa la grazia del Signore nostro Gesù Cristo essere con voi».

 

  1. 1 Giovanni 5:7

«Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno». (ND 2003)

 

L’ultima parte di questo versetto, come reso nella versione del Re Giacomo non si trova in nessuno dei manoscritti greci più antichi e di maggior pregio. È chiaramente dimostrato che si tratta di un’aggiunta successiva.

 

NTVI – 1 Giovanni 5:7: «Così, ci sono tre testimoni»*.

 

*5:7 Alcuni mss. molto tardivi aggiungono in cielo, il Padre, la Parola e lo Spirito Santo e questi tre sono uno. E abbiamo tre testimoni sulla terra.

 

 

Consigli di lettura per l’approfondimento e lo studio

Carson, D.A., The King James Version Debate: A Plea for Realism, Baker Book House, 1979.

Comfort, Philip W., Early Manuscripts and Modern Translations of the New Testament, Baker Book House, 1996.

Comfort, Philip W., The Essential Guide to Bible Versions, Tyndale House Publishers, 2000.

Comfort, Philip W., Ed., The Origin of the Bible, Tyndale House Publishers, 1992.

Kubo, Sakae and Walter Specht, So many Versions?, Zondervan, 1983.

Metzger, Bruce, A Textual Commentary on the Greek New Testament, United Bible Societies, 1971.

Scanlin, Harold, The Dead Sea Scrolls and Modern Translations of the Old Testament, Tyndale House Publishers, 1993.

Studio e impiego della NLT

Cosa rende la Nuova Traduzione Vivente adatta alla predicazione?

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Nella Scrittura appare evidente che i documenti biblici furono scritti per essere letti ad alta voce, spesso in occasione di funzioni pubbliche (vd. Neemia 8; Luca 4: 16-20; 1 Timoteo 4:13; Apocalisse 1:3). Pertanto è di fondamentale importanza, per una nuova traduzione, comunicare con chiarezza e forza ogni volta che viene letta pubblicamente. Per questo motivo, si consiglia la NTVI per la lettura in pubblico. Il suo linguaggio vivo non solo è facile da comprendere, ma ha anche forte impatto emotivo sull’uditore. La NTVI parla direttamente al cuore e alla mente di chi ascolta perché permette di comprendere immediatamente il suo messaggio, senza dover elaborare il linguaggio tecnico biblico.

La NTVI è una buona traduzione per uno studio biblico approfondito?

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La NTVI è una traduzione eccellente per lo studio biblico perché in ogni pagina si trovano interpretazioni illuminanti di passi altrimenti difficili da comprendere in altre versioni.

Viviamo in un’epoca in cui esistono molteplici traduzioni della Bibbia in italiano. Molte di queste sono molto simili tra loro, specialmente quelle scritte secondo l’approccio a equivalenza formale (o parola per parola). Un testo può essere tradotto letteralmente in un numero determinato di modi. Il vantaggio di una traduzione orientata al significato (o pensiero per pensiero), invece, è che può dare una comprensione nuova dei testi biblici. Pertanto, chi vuole studiare seriamente la Bibbia trarrà beneficio nell’accostare la lettura della NTVI alle traduzioni a equivalenza formale e otterrà una comprensione più completa del significato delle Scritture.